Installazione Pannelli Fotovoltaici  
   
 

Accumulo - Energia - Fotovoltaica - Aumenta la convenienza

Sempre più bassi i prezzi dei sistemi dotati di accumulo, considerati la nuova frontiera del fotovoltaico domestico: la quota eccedente di energia prodotta non viene ceduta alla rete ma immagazzinata. E l’impianto si autoalimenta La fine del Conto energia ha determinato negli ultimi due anni un rallentamento delle installazioni di pannelli fotovoltaici di grandi dimensioni e un cambiamento nelle logiche di investimento.

A fronte di una diminuzione dei impianti sovradimensionati, destinati alla produzione di energia da rivendere, diventati via via sempre meno convenienti dal punto di vista economico, stanno aumentando i microimpianti a uso residenziale, volti all’autoconsumo. Circa il 60% della potenza installata nel 2014 è rappresentata da impianti fino a 20 kW, in crescita dal 41% registrato nel 2013 (dati Anie relativi al comparto delle rinnovabili) segno che i privati continuano a credere nel potenziale del fotovoltaico anche grazie a misure di sostegno indiretto come le detrazioni del 50% per le ristrutturazioni edilizie e gli interventi di risparmio energetico. Gli impianti fotovoltaici residenziali attualmente più diffusi sono quelli costruiti seguendo la logica dello scambio sul posto: si immette in rete l’energia prodotta dal proprio impianto ma non immediatamente consumata per prelevarla in un altro momento della giornata, ad esempio la sera, quando tutti i membri della famiglia sono in casa e vi è un maggior fabbisogno energetico. 

Nei sistemi dotati di accumulo, considerati la nuova frontiera del fotovoltaico domestico, la quota eccedente di energia prodotta non viene ceduta alla rete ma immagazzinata in loco: ciò consente all’impianto di autoalimentarsi riducendo al minimo i prelievi dalla rete. «Per ottenere la massima efficienza è necessario dimensionare l’impianto in base ai consumi reali e aggiungere un sistema di monitoraggio per capire meglio quello che succede in termini di produzione e consumo, alla ricerca di eventuali margini di miglioramento» spiega l’ingegnere Luca Parini, consulente energetico certificato Qing per il comparto energetica - fonti alternative e rinnovabili. Il meccanismo sarà tanto più virtuoso quanto più evoluti saranno i sistemi di accumulo e, di pari passo, la diffusione di questa tecnologia sarà tale da ridurne sensibilmente i costi.  Le previsioni nel breve termine sono ottimistiche: Anie, Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche, stima che il costo degli accumuli si dimezzerà nei prossimi tre–cinque anni ma già oggi è possibile rientrare dell’investimento iniziale in tempi abbastanza brevi: «Per un impianto domestico da 3 kW con scambio sul posto e una quota di autoconsumo pari al 30%, stima Parini, la spesa per l’installazione oscilla dai 6 agli 8mila euro; beneficiando della detrazione al 50% in dieci anni, il recupero dell’investimento avviene in circa sei/otto anni. Per un impianto di pari dimensioni “all in one”, cioè con batterie incluse nell’inverter e considerando anche in questo caso gli sgravi fiscali, si ottiene il pareggio nello stesso arco di tempo a fronte però di una spesa più alta, circa 12-13mila euro». Nell’ipotesi di installare un impianto dotato di batterie esterne, quindi modulabili in base ai consumi reali, la quota di autoconsumo aumenta e di conseguenza si accorciano ulteriormente i tempi per raggiungere il pareggio. 

Un aspetto ancora migliorabile riguarda la durata del pacco batterie, decisamente inferiore rispetto al ciclo di vita dell’impianto fotovoltaico: 3-5 anni contro i 20-25 anni dei pannelli. Anche in questo caso, la tecnologia promette di migliorare durata e performance: i modelli al litio vantano già oggi un ciclo di vita più lungo a fronte di prezzi ancora relativamente alti. «Nel bilanciare costi e benefici va considerato che scommettere oggi su batterie all’avanguardia, sottolinea Parini, significa affrontare la spesa per la loro sostituzione quando si sarà ormai raggiunto il punto di bilancio e sul mercato sarano disponibili soluzioni ancora più avanzate a prezzi decisamente inferiori».

A conferma dell’interesse per i sistemi di accumulo va registrato il boom di prenotazioni della nuova batteria domestica Powerwall di Tesla, disponibile in Italia a fine 2015. Due le versioni, da 7 o da 10 kWh, entrambe modulabili in base ai consumi domestici. Se verrà mantenuto il tasso di conversione dollaro/euro, il prezzo finale sarà quasi dimezzato rispetto alle quotazioni attuali (3.100 euro contro i 5.000-5.500 euro necessari per l’acquisto di prodotti analoghi). Nell’attesa, il mercato è in costante aggiornamento: Bosch ha recentemente lanciato le batterie BPT-S_5_Hybrid che gestiscono i flussi in base a un sistema di energy management intelligente. Panasonic ha risposto con un sistema compatto monofase AC con batterie agli ioni di litio in grado di far fronte a improvvise interruzioni di corrente dalla rete pubblica grazie alla funzione di alimentazione d’emergenza mentre Fiamm tra le soluzioni per il residenziale dispone di una “all in one” in grado di supportare impianti nuovi o già esistenti.

Per chi già possiede un fotovoltaico senza accumulo, da gennaio 2015 il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) consente di installare i moduli di storage su impianti già incentivati e/o che beneficiano dei prezzi minimi garantiti, fatto salvo il caso di impianti fotovoltaici fino a 20 kW in modalità scambio sul posto che accedono agli incentivi contenuti nei decreti interministeriali 28 luglio 2005 e 6 febbraio 2006 per i quali l’installazione dei moduli di storage non è compatibile. Per questi impianti, le chance di risparmio sono legate alla modifica delle proprie abitudini in casa: usare gli elettrodomestici nelle ore di massimo irraggiamento solare e affiancare al fotovoltaico pompe di calore e pannelli radianti a pavimento consente di innalzare la quota di autoconsumo dal 30% al 45-48%. 

 

   
   

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